LIVE SANTA MONICA '72 (2008)
01 | Introduction | 0:13 |
02 | Hang On To Yourself | 2:46 |
03 | Ziggy Stardust | 3:23 |
04 | Changes | 3:27 |
05 | The Supermen | 2:55 |
06 | Life on Mars? | 3:28 |
07 | Five Years | 4:32 |
08 | Space Oddity | 5:05 |
09 | Andy Warhol | 3:50 |
10 | My Death | 5:51 |
11 | The Width of a Circle | 10:44 |
12 | Queen Bitch | 3:00 |
13 | Moonage Daydream | 4:53 |
14 | John, I’m Only Dancing | 3:16 |
15 | Waiting for the Man | 5:45 |
16 | The Jean Genie | 4:00 |
17 | Suffragette City | 4:12 |
18 | Rock’n’Roll Suicide | 3:01 |
Tutti i brani sono composti da David Bowie tranne My Death scritto daEric Blau, Mort Shuman, Jacques Brel.
Data di Uscita
30 Giugno 2008
Registrazione
Santa Monica Civic Auditorium (Los Angeles, USA) - 20 Ottobre 1972
Produzione
-
Recensione
Il tour di Ziggy Stardust del 1972, secondo quanto dichiarato da Bowie nelle note di copertina, è stato il momento in cui l’ex ragazzo di Brixton di nome Jones ha smesso di interpretare il suo personaggio, per diventarlo.
Live Santa Monica ’72 ci riporta indietro in uno dei tour più mistici di Bowie, intriso di suggestioni, ribellione, teatro, colore, alieni e alienazione, lustrini e speranza. Molto diverso dal live ufficiale Ziggy Stardust – The Motion Picture che cattura l’artista e il personaggio un anno dopo con un piglio sostanzialmente diverso.
In entrambi i casi Ziggy Stardust era atterrato, per tutti i suoi fan, da un pianeta lontano per liberarli dai preconcetti trasformandosi in un messia del rock.
Mentre Ziggy Stardust – The Motion Picture documenta il ritorno in Gran Bretagna dell’eroe che ha conquistato l’America, già con una vena di decadenza che troverà il culmine nella celebre dichiarazione di abbandono delle scene, qui a Santa Monica c’è ancora tutto il regno da conquistare. E tutta la caparbietà, l’eccitazione e la volontà di farlo.
Qui è appena sbarcato dalla navicella spaziale, e sprigiona un’energia e un senso romantico e mistico che hanno reso questa registrazione imperdibile per qualunque ammiratore, da trent’anni a questa parte. Prima sotto forma di bootleg, e poi finalmente con la pubblicazione ufficiale nel 2008 che gli ha concesso il meritatissimo posto nella sua discografia.
È vero, la chitarra è un po’ troppo alta nel missaggio, e ogni tanto si sentono dei drop dovuti al nastro. Ma i tecnici della stazione radio KMET che registrarono il concerto quel 20 Ottobre del 1972 per mandarlo in onda non potevano immaginare che sarebbe stata una testimonianza immortale di quel leggendario tour di David Bowie.
Live Santa Monica ’72 fotografa una band all’apice della propria espressività e potenza. E non parliamo di perfezione esecutiva dei polpastrelli o di prove vocali indimenticabili. Malgrado le pecche e la registrazione non perfetta, nessun nastro, per quanto scadente, poteva fallire nel catturare quell’energia e quel potere.
È il suono del trionfo. Ma anche quello del sollievo per una carriera che finalmente sta decollando.
La straboccante e gioiosa furia espressiva di Mick Ronson e della sua Les Paul è tutta qui, basta ascoltare il ringhio graffiante di Moonage Daydream e il tiro di The Supermen.
The Supermen è proprio il brano con cui il concerto, e il disco, comincia a decollare: minacciosa e scura come non mai con le sue visioni di divinità del futuro e che traghetta il set nella parte più intima ed acustica in cui Mike Garson risplende come mai prima (e dopo): Five Years, Life on Mars? e Space Odditysono superlative. La versione di Andy Warhol è fantastica, con Bowie che si cimenta in un incomprensibile racconto alla fine su un’aragosta e una palma. Ride nervosamente e risulta un po’ goffo: fa quasi tenerezza sentirlo così poco a suo agio come intrattenitore in questa fase storica.
Ma è quando interpreta che diventa un leone: The Width of a Circle è un rave glam di 10 minuti, un vero viaggio ad occhi chiusi nell’era spaziale.
C’è ovviamente qualcosa di poco convincente, come l’interpretazione di My Death di Jacques Brel e quella di Waiting for the Man, troppo manieristica.
Ma basterà la fiera potenza di Suffragette Citya riscattarle.
E’ spesso capitato, con I bootleg più conosciuti, che si confondesse la rarità con la qualità, e a volte alcuni si sono sciolti sotto il riflettore della messa in commercio ufficiale.
Si sa, l’amarezza viene fuori meglio su una chitarra rubata. In questo caso la sua reputazione era ben meritata e Live Santa Monica ’72 è una splendida testimonianza di un tour superbo.
di Daniele Federici
Musicisti
David Bowie
(voce, chitarra)
Mick Ronson
(chitarra, basso, cori)
Trevor Bolder
(basso)
Mick “Woody” Woodmansey
(batteria)
Mike Garson
(tastiere)
Crediti
Mick Rock
(foto di copertina)
Darren Evans
(Artwork)
Mike Moran
(Ingegnere di registrazione)
Grover Hesley
(Missaggio)
B. Mitchel Reed
(presentatore KMET radio)
Bob Griffin
(ingegnere KMET radio)
Bill Fure
(ingegnere KMET radio)
Ed Calucci
(editor nastro KMET radio)
Richard Kimball
(produttore KMET radio)
Ted Jensen
(ingegnere mastering)