“Ho attraversato vari stadi in differenti dimensioni e sono abbastanza sicuro di aver realmente camminato in altri mondi e visto cosa c’era dall’altra parte.” David Bowie – 1976 | |
Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo: “Nel 1977 io ero poco più che adolescente, ed andavo spesso alla sera con gli amici nella zona industriale della mia città in auto, zeppa di birra e di patatine. Fermi in un immenso parcheggio di fronte al complesso industriale più grande illuminato da potenti luci, ci immergevamo nel silenzio totale rotto dalle note di Warszawa, Sense of Doubt, Subterraneans. Confesso, non sono un grandissimo fan di David. Possiedo molti suoi dischi, ma è stata l’incredibile bellezza di Hours – che chissà perchè, in parte mi ricorda le atmosfere della trilogia – e l’uscita di All Saints – per me vera manna dal cielo ad indurmi a soffermarmi particolarmente sul periodo berlinese, per cui l’articolo di UNCUT mi sembra estremamente interessante.” | |
Velvet Goldmine vorrebbe ringraziare moltissimo Alessandro per l’incredibile lavoro di traduzione del bellissimo articolo pubblicato lo scorso aprile sulla rivista inglese. La traduzione verrà pubblicata in 3 parti, una alla settimana. Clicca QUI per leggere la prima parte |
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