Il matrimonio di Iman e Bowie a Firenze

Ecco l’articolo e l’intervista esclusiva pubblicata dalla rivista MODA n.99 del luglio 1992:

La principessa somala e il duca del rock
IMAN E BOWIE OGGI SPOSI
Firenze, 6 giugno 1992

NON C’ERA QUESTO, NON C’ERA QUELLO. Ma “MODA” c’era.

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La copertina

Non potevamo certo perderci il matrimonio dell’anno, del decennio: per originalità, eccezionalità e un pizzico, concedeteci, di bizzarria. Lei, principessa somala, figlia di un ambasciatore, gazzella nera delle mannequin, una top sempre e comunque, sulla passerella, in copertina, sul grande schermo. Insomma, Iman. Lui, duca bianco, la rockstar trasformista, con un passato sessuale dichiaratamente ambiguo, intramontabile sul palcoscenico. Insomma, David Bowie.
Che cosa hanno in comune questi due assi del Ventesimo secolo? Apparentemente solo un matrimonio fallito alle spalle, un amore per le isole esotiche e una riuscitissima tendenza all’eccentricità.
Sabato 6 giugno, David Bowie e Iman Abdulmajid hanno detto sì. Sì, si vogliono per tutta la vita. Ma questa volta, davanti al reverendo Mario Marziale, nella quiete della chiesa episcopale di St. James, nello storico immobilismo di Firenze, lo hanno bisbigliato, raggianti ma tranquilli. La felicità fa miracoli. Iman era elegantissima, con un abito bianco di Hervé Leger e i capelli appena ritoccati, ma sarebbe strepitosa anche infilata in un sacco di juta; nessun paggetto, nessuna damigella; nessun fronzolo, qualche fiore; David indossava un tight di Thierry Mugler. Neppure la vecchia aristocrazia fiorentina avrebbe rinunciato a tanto. E invece gli invitati eccellenti si contavano sulle dita della mano. I genitori di lei, Marion e Mohamed Abdulmajid; la madre di lui, Margaret Jones. Non si erano mai incontrati prima, ma i sorrisi si sono sprecati. C’era anche il figlio ventunenne di David, nel ruolo insolito di testimone, e la sua fidanzatina, Jenny Ishida. Qualche fratello, un paio di sorelle di Iman e gli amici del giro di Bowie: Brian Eno, produttore discografico inglese, Bono, leader degli U2, la vedova di John Lennon, Yoko Ono. E poi tutti a mangiare a Villa La Massa Candeli, con ribollite, costate, crostini alla selvaggina. Tanto fuori tirava il Ponentino. Civilmente, David e Iman (lui protestante, lei musulmana) si erano già sposati a Losanna, dopo un fidanzamento che durava dal ‘91, dopo un corteggiamento in navigazione lungo le coste italiane e un anello infilato durante un pranzo a Parigi. Si diceva — lo avevano dichiarato i promessi sposi sempre fedeli all’amore per gli scherzi — che la cerimonia del matrimonio si sarebbe svolta a Mustique, un’isola dei Caraibi.

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C’era scritto anche sulle partecipazioni di nozze. Depistati paparazzi e ospiti indesiderati, Iman e David quatti quatti sono atterrati a Firenze. Chi li attendeva ai piedi della scaletta? “MODA”. E proprio prima del sì, tra un sarto e un truccatore, ci hanno raccontato in tutta tranquillità — quelli dello spettacolo appartengono proprio ad un altro mondo — la loro vita. Com’è stata e come sarà la vita della coppia più pazza del mondo.

Quando vi siete conosciuti?

DAVID: “In fondo non l’ho mai conosciuta veramente. L’avevo vista solo due o tre volte durante qualche occasione mondana, dove sei circondato da persone e non fai altro che stringere mani; o di sfuggita dietro le quinte di qualche locale di Los Angeles e forse altre volte ma non mi ricordo dove. Negli ultimi mesi avevamo vissuto delle storie sentimentali finite male. Da parte mia, avevo raggiunto il fondo; non volevo cercarmi relazioni durature. Poi, il 14 ottobre del 1990, per caso, siamo stati invitati a cena da un amico comune. Quella è stata la prima volta in cui ci siamo incontrati e abbiamo parlato realmente. Da vero romantico l’ho accompagnata alla porta di casa e me ne sono andato; non erano esattamente le mie intenzioni ma penso che sia stato meglio così”.

IMAN:”Sono sempre stata una fan di David, da quando ho lasciato l’Africa per New York. Sono andata a vederlo in “The Elephant Man”. Io ricevevo sempre i biglietti per i Vip che permettevano di andare a fine spettacolo dietro le quinte e poi alle feste con le star del rock, tuttavia, pur essendo una fan incallita che non perdeva nessuno show, non ho mai voluto approfittare di questi inviti riservati. Durante il “Sound and Vision Tour” di David mi trovavo a Los Angeles. Ho avuto un biglietto per lo spettacolo. Ma sono arrivata talmente in ritardo che lui stava andando via, solo il tempo di salutarci. E così sono andata a cena al Market Place, un ristorante di Los Angeles dove era stata organizzata la festa del dopo-spettacolo. Ci siamo però incontrati dopo la festa e credo che si sia innamorato di me il giorno seguente, quando l’ho portato a bere un vero tè all’inglese nell’unico locale di Los Angeles dove lo servono. E quella notte siamo partiti per Parigi…”.

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DAVID: “Mi sono innamorato di lei quando è venuta a vedermi in “The Elephant Man”. È’ entrata in camerino e mi ha sorpreso senza slip! Come capita a chiunque la veda, ho notato subito in Iman l’eleganza e la capacità di esprimere una profonda dignità e consapevolezza di sé. È quello che la rende più sicura, meno vulnerabile. All’inizio ho cercato di muovermi con cautela, tentando di non far trasparire quel mio stupido humour inglese, perché temevo che avrebbe potuto allontanarla da me. So di poter essere molto stupido. Ma, quando non sono riuscito più a fingere e lei ha preso a ridere ascoltando le mie idiozie, mi sono accorto che era una persona con un grande cuore. Iman è un tipo che ama l’allegria e pian piano questo sense of humour ha cominciato a diventare parte della nostra storia. In ogni situazione difficile che abbiamo dovuto affrontare, la nostra continua ricerca del lato positivo ci ha aiutato a superare tutti gli ostacoli. In fondo credo che la base del profondo legame che ci unisce sia proprio questa voglia di ridere”.

IMAN: “La prima impressione che mi ha fatto David è forse quella che fa a tutti: un uomo serio, calcolatore, controllato, completamente privo di umorismo. Invece, dopo, ho scoperto che ha un formidabile sense of humour, che confina con la più pura stupidità. Be’, ho trovato tutto ciò molto, molto tenero. È’ un po’ quello che capita a me., la gente pensa che io sia terribilmente elegante e sofisticata, ma nessuno riesce a capire esattamente come sono. Posso arrivare a bestemmiare come un camionista! Io e David stiamo scoprendo dei lati dei nostri caratteri che nessuno dall’esterno può percepire”.

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DAVID: “Non solo impreca come un camionista, guida anche come uno di loro! C’è da morire di paura a viaggiare con lei, finché non si arriva a destinazione non si ferma! Ed è il più bell’autista che io abbia mai avuto, per questo non ho ancora preso la patente californiana. Solo recentemente ho iniziato a scarrozzare Iman. Nel primo anno della nostra storia era sempre lei a farlo. Lo trovavo fantastico”.

IMAN: “E terrorizzante”.

DAVID: “Sì, e terrificante allo stesso tempo. Come qualsiasi altra coppia famosa di Los Angeles, ogni giorno riceviamo migliaia di inviti a quei maledetti party. Iman dice sempre: “David, qui ci dobbiamo proprio andare?”, oppure “È proprio indispensabile?”. Lei è la classica anti-party e ha ragione, si tratta sempre di feste noiosissime. La mia reazione immediata ai party è sempre: “Cosa potrei mettermi?”, una frase che è diventata quasi un gioco tra di noi poiché dovrebbe essere Iman a dirla. Iman potrebbe infilarsi un vecchio sacco e sembrare sempre una principessa. Io anche indossando una fantastica creazione di Thierry Mugler o di Armani sembro coperto da un vecchio sacco. Io, il “dio del rock”, sono il manichino della situazione, lei è la “asociale”. Ma, ragazzi, quando la porto fuori non le tolgono gli occhi di dosso. La prima volta che l’ho incontrata, oltre che apparirmi estremamente sicura, ha rivelato le caratteristiche di un temperamento passionale stile Sophia Loren. E io, devo ammetterlo, all’età di circa 13 anni, di Sophia ero follemente innamorato. Pensavo che, se avessi incontrato una ragazza come lei, sarebbe stata l’unica della mia vita. Pensate che fortuna. Talvolta Iman ha anche un tocco di impertinenza, grazia e ingenuità che la fa rassomigliare a Audrey Hepburn. La sua caratteristica principale resta comunque lo stile. È una cosa innata, ce l’hai o non ce l’hai, Iman ce l’ha”.

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Come hai fatto a chiederle la mano, David?

DAVID: “Ci ho pensato su torturandomi per intere settimane, forse per mesi. Volevo fare qualcosa di veramente romantico e tradizionale, in fondo io sono un romantico. Quando mi innamoro, perdo completamente la testa. Un nostro caro amico, Claude de Loff, mi ha aiutato a trovare una grande barca da noleggiare sulla Senna, una barca munita di ristorante che fosse solo per noi. La tavola era apparecchiata elegantemente con candelabri e del cibo prelibato. Siamo salpati dalla banchina e abbiamo iniziato a navigare lungo la Senna. Era mezzanotte. Quando siamo arrivati in fondo alla Senna e abbiamo cominciato a risalirla in senso contrario allora le ho chiesto di sposarmi. Iman si è commossa, ci siamo baciati e abbiamo deciso che ci saremmo sposati quanto prima. È stata la serata più romantica della mia vita, un piacere assoluto. Lungo la Senna era tutto uno scintillio di luci, proprio come nel paese delle meraviglie. Credo di essere molto fortunato per aver avuto anche le possibilità economiche per creare l’ evento. È la tipica proposta di matrimonio che ogni uomo vorrebbe fare alla donna che ama. È stato fantastico”.

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IMAN: “Io ero totalmente ignara di ciò che stesse passando nella mente di David. Sono andata a Parigi per incontrarlo durante il tour con i “Tin Machine”. Era trascorso un anno dal nostro primo appuntamento perciò non avevo nessuna intenzione di mancare. Ho assistito al concerto quella notte. E la serata è cominciata a diventare speciale quando David iniziò a intonare “October in Paris”. Cosa resta da dire? Siamo andati in albergo. Io avrei preferito cenare lì perché eravamo stanchissimi. Ma lui mi ha detto: “No, usciamo”. Non sapevo assolutamente dove saremmo andati, pensavo fossimo diretti al nostro ristorante preferito. Invece ci siamo avvicinati alla stazione. Vicino all’imbarcadero David ha detto: “Prenderemo il treno”. Cena nella periferia parigina, ho pensato. La sorpresa fu che invece abbiamo preso una barca, non il treno, e che era completamente a nostra disposizione. Siamo salpati, tre ragazzi ci urlavano dalla banchina. Pensavo fossero dei fan di David. In realtà, noi non facevamo caso a niente tranne che a noi due. Altra cosa bizzarra, sulla banchina c’erano anche otto uomini in fila che facevano pipì, situazione molto francese. Ho pensato avesse organizzato anche questo! Non credevo che sarebbe finita così. David si è inginocchiato e bruscamente mi ha proposto di sposarlo. Forse si era chiesto cosa avrebbe fatto se io avessi detto di no. Ma io ho risposto sì. Cosa avresti fatto, Bowie?”.

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DAVID: “Non lo sapevo, veramente! Ero terrorizzato all’idea di qualsiasi risposta. Avevo bisogno di sapere se lei era abbastanza innamorata di me da passare l’intera vita insieme. Eravamo illuminati dalla luna quando ha accettato. Vicino alla barca che avevo preso in affitto ce n’era un’altra, di quelle adatte per le feste, zeppa di turisti ubriachi. Quando Iman l’ha vista, ho letto sul suo volto un’espressione di terrore. In quel momento deve aver pensato: “Oddio, è finita, forse è così che vorrebbe fosse una cena di fidanzamento”. Ma quando ci siamo avvicinati alla nostra piccola barca, Iman mi è sembrata più distesa. Uno dei piccoli segreti per tenere viva la nostra relazione è di organizzare una cena ogni 14 del mese, il giorno in cui ci siamo incontrati. E se non siamo vicini, ci mandiamo dei fiori o un bigliettino; questo è solo un altro modo per ricordarci che il nostro amore è vivo e profondo. Una storia non si esaurisce se la si coltiva e lo si può fare divertendosi, senza fatica. I nostri figli, essendo figli dalla mentalità moderna, sono felicissimi per noi e pensano che in fondo ci meritavamo. E io sono perfettamente d’accordo con loro”.

Perché avete scelto di sposarvi in Italia?

DAVID: “Ci sentivamo molto legati all’Italia. Sono sempre stato un grande ammiratore dell’arte italiana, specialmente del Rinascimento. C’è uno splendore naturale e una qualità di vita impossibili da trovare altrove. Da voi la vita in se stessa è molto più importante che non i progetti di carriera. Comunque è la meta finale di ogni giorno di lavoro. È questo che Iman e io, con le nostre carriere febbrili, vogliamo recuperare. Ecco che cosa rappresenta per me l’Italia”.

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IMAN:”Gli italiani hanno un buon senso del divertimento. L’italiano è stata la mia prima lingua straniera. Lo parlo meglio dell’inglese. Ho studiato in italiano, la Somalia era una colonia italiana, e così sono cresciuta tra italiani. Ho lavorato e ho viaggiato per l’Italia moltissimo durante la mia carriera di modella e una delle mie città preferite è sempre stata Firenze. David ed io abbiamo trascorso in Italia la nostra prima vacanza estiva insieme. È stato splendido. Per la bellezza, per l’arte, per gli italiani e per il grande cappuccino. Firenze ha tutti questi doni”

DAVID: “Sei settimane di vacanza in barca su e giù per le coste italiane. In una situazione così claustrofobica si ha veramente l’opportunità di conoscere bene qualcuno. Alla fine delle sei settimane o sei pazzo d’amore o non sopporti neppure più la vista dell’altro. Per noi ha funzionato bene. Ogni giorno di quella vacanza scoprivamo di amarci di più. Quando siamo arrivati a Firenze, abbiamo detto: “Questa è la nostra piccola Shangrila, il luogo che amiamo di più fino ad oggi””.

Il fatto che entrambi siate di religioni diverse vi ha mai creato problemi?

DAVID: “Nessun problema. Io non sono praticante; sono una persona spirituale. Per me religione significa soprattutto organizzazione. Credo che ogni uomo sviluppi un rapporto personale con il proprio Dio e pensi che quello sia il migliore. Tendo a giudicare un uomo o una donna dalle loro azioni, dal modo in cui si comportano con me e con cui si relazionano con gli amici. Può suonare singolare, ma io ho un tipo di rapporto diretto con Dio. Lui gioca un ruolo molto importante nella mia vita. Mi rivolgo spesso a lui e più invecchio più lui diventa il mio punto di riferimento”.

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IMAN: “No, anche per me nessun problema. Non credo ci sia nulla che possa disturbare l’armonia che esiste tra me e David. Essermi sposata con David non mi ha convertito da musulmana a cristiana. Non sono una persona particolarmente religiosa ma vengo da una famiglia che lo è molto e la cosa più importante per me è avere la loro benedizione. I miei genitori e tutta la mia famiglia lo hanno fatto e non hanno avuto alcuna obiezione al matrimonio in una chiesa episcopale, purché noi siamo felici e abbiamo fede in noi stessi e in Dio. Questo importa. Il resto non conta”.

Perché avete scelto una musica tanto strana per il rito?

DAVID: “Entrambi detestiamo la Marcia nuziale, uno dei pezzi di musica più orribili che abbia mai ascoltato. Così abbiamo pensato che il pezzo di musica più delizioso e tranquillo per l’entrata della sposa fosse l’esecuzione da parte di un coro bulgaro di “La voce misteriosa di Bulgaria” così almeno credo che si chiami. Abbiamo voluto invece che il resto della musica fosse personalizzato. Iman mi ha dato il permesso di occuparmene, di scriverla. Ho composto pezzi per vari strumenti che mi sembrava fossero in armonia con il tipo di rito che desideravamo”.

Chi ha disegnato il vestito di Iman?

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IMAN:”Il mio vestito di nozze è stato disegnato dallo stilista francese Hervé Leger. L’ho conosciuto tanti anni fa quando era agli esordi e lavorava con altri. L’ho incontrato nuovamente due anni fa, quando si è messo da solo. Sono rimasta sbalordita dai suoi vestiti. Io volevo qualcosa di molto semplice. Niente fronzoli o trovatine da stilista. Doveva essere qualcosa che non passa mai di moda, la cosa più simile ad un golf nero di cashmere! Sono stata felice del mio vestito”.

DAVID:”È il primo golf nero di cashmere che vedo indossato ad un matrimonio! Sorprendente. Leger non è tanto uno stilista di moda quanto uno stilista di stile. Credo che diverrà uno dei più importanti. Sostituirà presto ai vertici della moda tanti nomi che tutti conosciamo benissimo”.

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E il vestito di David?

DAVID: “È del mio amico Thierry Mugler, che disegna i miei abiti da un po’. Gli ho chiesto che mi facesse una variazione sulle tradizionali code. Ha fatto un lavoro delizioso. Veramente lascia perplessi… So che a Mugler piace, ma a lui piace tutto ciò che disegna. Come succede a me, nove volte su dieci”.

Quali dei vostri amici erano presenti al matrimonio e che cosa pensavano?

DAVID: “Nessun “amico” al matrimonio. Quello che abbiamo fatto è stato sfogliare il libro delle celebrità di Los Angeles e tirare fuori le persone più importanti che non conoscevamo e spedirle tutte nell’isola di Mustique per depistarle! Le persone che hanno partecipato al nostro matrimonio sono in verità dei perfetti sconosciuti perché sono davvero nostri amici, amici stretti. Che ci crediate o no, Iman ed io abbiamo pochi amici che lavorano nel nostro mondo professionale. Ci sono delle strane eccezioni. Thierry è venuto, come anche Hervé e, per me, Yoko Ono, Bono e Brian Eno. Il resto degli invitati è gente che ha significato molto nel nostro passato o nelle nostre famiglie”.

Quali regali di matrimonio avete ricevuto?

DAVID: “Non molti, non abbiamo bisogno di tanto. Un set di cristallo Lalique, un piatto di vetro e qualcuno dei nostri libri preferiti”.

Che effetto vi ha fatto sposarvi civilmente a Losanna?

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DAVID: “È una di quelle scelte burocratiche infelici alle quali si è costretti a ricorrere in alcune circostanze. Le due ragioni più importanti sono che io sono cristiano e Iman musulmana, e che siamo entrambi divorziati, il che rende il matrimonio in chiesa, specialmente in una chiesa italiana, molto difficile da ottenere. È occorsa una valanga di carte. Ma dopo Losanna non ci siamo sentiti veramente sposati. Inconsciamente sapevamo che il nostro vero matrimonio, quello santificato da Dio, dovevamo celebrarlo in una chiesa di Firenze. Al matrimonio civile c’eravamo solo io, Iman e due testimoni. Dopo siamo andati a farci un hamburger. Veramente… forse non proprio un hamburger, probabilmente una “croque monsieur, be’, veramente è stato un pranzo delizioso”.

Le vostre famiglie erano presenti alla cerimonia?

DAVID: “Certamente. È stato bello vederli subito andare d’accordo. Non si erano mai incontrati prima ed è stato meraviglioso avere tutti intorno. E stata proprio una cosa in famiglia”.

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IMAN: “Quando ho chiamato i miei genitori per dirgli che mi sarei sposata e che il matrimonio avrebbe avuto luogo a Firenze, mi hanno detto che per niente al mondo si sarebbero persi la cerimonia. Pensavo che alla fine sarebbero venuti solo mia madre e mio padre. Vivo da troppo tempo lontano dalla Somalia per sperare di avere anche i miei fratelli e le mie sorelle. Invece sono arrivati mio padre e mia madre, mio zio e mia zia, i miei due fratelli e le mie due sorelle. È stata una grande riunione familiare africana. Come sapete, nel mondo occidentale tutti indossano ai matrimoni in chiesa abiti corti, poco vistosi. In Somalia, invece, predominano i colori delle cerimonie etniche, così la chiesa era piena di rosso magenta africano. Sono stata felice di assistere a questo contrasto culturale. È stato anche divertente perché i miei genitori parlano bene l’italiano. Mio padre (ambasciatore in pensione) ha studiato a Firenze. Vedi il destino…”.

DAVID: “E’ stato un grande privilegio e mi sono sentito immensamente onorato di avere mio figlio come testimone. Credo sia stata una prima volta, e mai successo prima? Zowie è stato fantastico, non ha perso nessuno dei due anelli”.

Ora dove vivrete?

DAVID: “Ho promesso a Iman che le regalerò una bellissima casa, alcune per l’esattezza. La casa più importante, quella che noi amiamo di più, è un castello in Svizzera. Abbiamo anche una deliziosa ed eccentrica casa in stile indonesiano ai Caraibi e un appartamento (ma credo sia qualcosa di più) a Los Angeles che usiamo occasionalmente. Sono sicuro che vivremo nell’affetto reciproco. Se non faremo così, non vivremo da nessuna parte”.

Il matrimonio come influenzerà le vostre carriere?

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DAVID: “Siamo stati vicinissimi l’uno all’altra per due anni ormai, e non vedo una grande differenza per il futuro. Abbiamo deciso che se uno di noi sta lavorando, quello libero lo raggiunge. Se stiamo lavorando tutti e due, cerchiamo di vederci il più possibile. È una situazione difficile per molte coppie e per noi non è molto diverso. La difficoltà è nello stare separati, dato che amiamo così tanto essere insieme. Cerchiamo di sentirci per telefono almeno dieci volte al giorno. La spesa più grossa della nostra vita è il telefono. E naturalmente i gioielli di Iman e i miei vestiti. Non dimenticate che Iman mi ha insegnato a vestirmi in un modo sofisticatissimo ma molto semplice, di classe e terribilmente costoso, che per me significa un nuovo approccio alla moda. Prima andavo in giro agghindato sfarzosamente, ma era uno sfarzo “cheap” un po’ ordinario. Insomma, un vero giro di boa per me”.

Pensate di poter conciliare carriera e figli?

DAVID: “Ne abbiamo parlato fra noi ed è esclusivamente affar nostro. Vogliamo avere bambini: abbiamo entrambi portato a termine molte cose nella nostra vita, così non abbiamo nessuna ossessione del lavoro”.

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IMAN: “È provato che si può conciliare. Uno dei genitori si deve sempre sacrificare perché i bambini non possono essere lasciati con una bambinaia. Penso che le mie priorità cambieranno, perché non sarò mai capace di lasciare la mia carriera per essere solo la moglie di David Bowie. E del resto non è una carriera, è un lavoro a tempo pieno! Per la mia realizzazione come persona e per mio stesso interesse come essere umano non voglio sentire che non sono più indipendente solo perché ho dei figli. Ma le priorità cambiano. Quando, se Dio vorrà, avrò dei bambini, loro saranno la mia priorità.. E’ molto semplice”.

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DAVID: “Penso comunque che possiamo star dietro alle nostre carriere con un diverso tipo di impegno. Per me è relativamente facile continuare il mio lavoro, che è quello di scrivere, e che quindi si può fare quasi ovunque. Così, per esempio, se Iman stesse girando un film in Africa, per me non sarebbe un problema andare là e continuare a scrivere stando con lei. Per quanto riguarda le mie tournée, non mi piace girare per più di quattro mesi all’anno. Sono finiti i tempi in cui stavo in giro per dieci, dodici mesi all’anno. Dal punto di vista della resistenza fisica, non credo di poterlo più fare. E dal punto di vista dell’interesse, non sono mai andato pazzo per le tournée. Mi hanno sempre annoiato a morte dopo i primi due o tre mesi. E un artista più è annoiato e più si vede. E quando il pubblico lo sente, non viene più fuori uno spettacolo buono. Preferisco fare tournée brevi , quando il mio entusiasmo è al culmine.

Dove andate in luna di miele e quanto durerà?

DAVID: “vogliamo andare in un posto che tutti e due desideravamo vedere. Faremo un lungo viaggio di nozze nell’ Estremo Oriente esplorando molti luoghi bellissimi. Porteremo indietro un sacco di splendidi vestiti, almeno io. Non ho mai conosciuto una donna che compra poco come Iman. Può entrare e uscire da un negozio in 3 minuti, dato che sa esattamente quello che vuole prima di entrare. E’ veramente rilassante, perché ho sempre avuto l’impressione che le donne non facciano che fare shopping”.

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Entrambi siete stati sposati prima. Come hanno influenzato la vostra decisione queste esperienze?

DAVID: “Io mi sono sposato quando ero giovanissimo. È stato un matrimonio sfortunato, ma non funzionava neppure all’inizio. La cosa più bella che è venuta fuori dal mio precedente matrimonio è stato il mio meraviglioso figlio, Zowie, che io adoro. Per fortuna, malgrado le mie avventatezze, le mie ossessioni e tutto ciò che è stato sbagliato nella mia vita, siamo riusciti a creare fra noi un mutuo legame. Man mano che lui cresce, ha appena compiuto ventun anni, il nostro rapporto si dilata di giorno in giorno. Siamo padre e figlio nel modo migliore possibile. Non voglio scivolare nei cliché di dire che siamo amici. Siamo padre e figlio, ed è così che dev’essere, e funziona bene. Per quanto riguarda il matrimonio, non penso di avere mai avuto quello che si può chiamare un vero matrimonio. Ecco perché ora mi sento così eccitato e rassicurato”.

IMAN: “Io dico: mettiamoci una pietra sopra. Non mi aspettavo di sposarmi di nuovo perché non volevo farlo. Ho una figlia, Zuleika, che ha tredici anni e che io amo tenerissimamente. E mi sono detta, il passato è passato. Ho avuto un matrimonio felice finché è durato, ma adesso è finito e basta. Questo è un matrimonio completamente nuovo. L’amore, il rapporto con David, mi ha preso totalmente di sorpresa. In lui ho trovato il mio compagno spirituale, in lui ho trovato il mio amico, il mio innamorato, il mio compagno. Lui è la persona che cercavo da tanto, l’altra mia metà. Spero che ogni persona nel mondo trovi l’altra metà come io ho trovato la mia”.

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Avete pianificato di avere bambini?

DAVID“Iman mi ha detto che vuole avere due bambini. Io l’ ho informata che intendo averne circa trenta. Come in ogni rapporto ci metteremo d’accordo. Non abbiamo bisogno di bambini per la nostra vita. Se li avremo, saranno un di più ma non credo che a nessuno di noi due occorra aver bambini per provare qualcosa all’altro. Se saremo così sfortunati da non averne non cambierà nulla nel nostro rapporto. Se li avremo, sarà un dono meraviglioso. Lasciamo fare al destino”

Che qualità vi trovate reciprocamente?

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DAVID: “Lei è diretta, puntuale e coi piedi per terra. Se dice una cosa una volta non la ripeterà. E se tu non l’hai afferrata prima, peggio per te. Ha un’ottica estremamente sensibile sulle cose. La sua passione e il suo amore sono molto concentrati. Non è una che fa tutto per essere oggetto di attenzione. È affettuosa con me perché mi ama. È molto frugale. Non ha ancora voluto spendere i miei soldi. Una delle maggiori attrattive che ha avuto Iman per me è che è una delle migliori cuoche che conosca. È molto raro incontrare una donna di tale bellezza che sia capace di mettere insieme tre favolosi pasti al giorno senza essere assolutamente stanca. Così non sono obbligato a trascinarla in giro per i ristoranti di Los Angeles tutti i giorni. Ma lo faccio perché adoro mostrarla. Sono molto fiero di lei. Ma quanto è brava a cucinare la pasta! Il cibo italiano è il mio preferito”.

IMAN: “David è molto gentile e sensibile e anche appassionato di tutto. Fa lo shopping per tutti e due, dato che io lo odio, ma compra molto più per sé di quanto lo faccia io, che sono una donna. Molto importante: lui non è frugale eppure ho incontrato uomini che hanno usato il mio denaro mentre per ora lui non l’ha fatto. Sono spaventata, perché lui è molto generoso con me. Non è un buon ascoltatore, ma parla lui un sacco. Però sta cominciando a imparare ad ascoltare. La cosa più importante è che io non cambierei nessuna delle sue caratteristiche, buone o cattive che siano, perché lui è mio tutto”.

DAVID: “Ho dei difetti che morireste per venirli a sapere. Ma questa è un’altra storia!”.

I tatuaggi d’amore di David e Iman:

Galleria delle nozze

L’articolo da “La Nazione” del 7 Giugno 1992

Breve video con rare immagini del matrimonio nella chiesa di St. James a Firenze, il 6 giugno 1992.

Link utili

Sito di Agostino Penna, che ha fatto l’accompagnamento musicale durante la festa di nozze

Ricordo di Enrico Tagliaferri DJ della serata

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Teresa

Come sarebbe bello conoscere qualche diffetto del David. Ho paura che parte del mito verrebbe a cadere. Comunque,un uomo così originale non si trova così facilmente. Abbiamo bisogno di credere che fosse perfetto