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David Bowie: niente è cambiato

Oggi David Bowie avrebbe compiuto 70 anni. E tra due giorni ricorrerà il primo anniversario della morte. Celebrazioni che forse hanno poco senso, ma che ci portano a riflettere su cosa ha rappresentato Bowie per tutti noi.

Riflettevamo, io e Paola, di quanto celebrare gli anniversari avesse poco senso. Di come fosse sciocco scrivere “Buon Compleanno”.

Oggi Bowie avrebbe compiuto 70 anni. Ma non lo farà. Nessuna strana alchimia o magia riporterà indietro le sue spoglie mortali. La vita di Bowie è compiuta, ha un inizio e una fine. E termina a 69 anni.

Ma il punto è: non abbiamo mai potuto toccarlo, conoscere di persona David Jones, avere di lui un’esperienza fisica e tangibile. Almeno per gran parte di noi: io e Paola, e molti altri, hanno avuto la fortuna e il privilegio di incontrarlo. Ma è stata un’esperienza momentanea. Splendida ma breve.

Quello che amiamo di Bowie, in realtà, non ci ha mai lasciato e non lo farà mai. La sua musica, il suo universo, il suo potere evocativo, i suoi personaggi. Tutto ciò che Bowie ha costruito e inventato per noi, che ci ha regalato. Il meraviglioso patrimonio che ha lasciato in eredità rimane lì, intatto. Non cambierà di una nota: sarà sempre come la prima volta che lo abbiamo ascoltato, la volta che ci ha fatto innamorare.

Tra due giorni l’anniversario della sua nascita lascerà il passo al primo anniversario della sua scomparsa.

E anche quello non cambierà nulla, anche se tutto è cambiato.

Cambiato è sicuramente il modo in cui lo ascoltiamo: un velo di nostalgia, un po’ di malinconia, a volte tristezza vera e propria.

Ma Bowie non è stato nulla di tutto ciò. È stato invece un vortice entropico che ha raccolto e rielaborato le influenze e gli stili più disparati. Pura energia ed entusiasmo che ha scoperto, sperimentato, provato l’impossibile mettendosi continuamente in gioco.

Quando io e Paola abbiamo deciso di far tornare in vita Velvet Goldmine come omaggio all’artista che era stato così profondamente importante nelle nostre vite, una delle prime regole è stata: niente tristezza, per quanto possibile. Perché l’entusiasmo e la curiosità per la vita che ha dimostrato David non merita i colori del lutto. Il sito doveva essere luminoso, colorato, elegante, vitale. Come la sua musica. Bowie è stato luminoso e vitale anche nei suoi periodi più cupi. Anche nei gelidi risvolti della trilogia o negli oscuri presagi di Outside, ha sempre dimidiato l’oscurità con il faro dell’arte e della comprensione.

Ma allora perché, se tutto ciò che abbiamo amato di Bowie rimane inalterato, come se davvero niente fosse cambiato, malinconia e tristezza ci velano ancora un po’ lo sguardo, alterano le nostre emozioni all’ascolto?

Perché per molti di noi Bowie ha rappresentato qualcosa di più profondo e personale: una guida, un maestro, spesso un amico. Quanti altri artisti abbiamo scoperto grazie a lui? O quanti libri, per approfondire magari qualche tematica affrontata in un suo disco? Ma soprattutto per quanti Bowie è stato fonte di consolazione nei momenti più bui, la sua voce una carezza sul viso, la sua musica un abbraccio? O per quanti ha scandito il ritmo impazzito del cuore per una gioia, per l’entusiasmo di una cosa nuova, di un nuovo amore?

Ho scoperto Bowie in uno di quei periodi oscuri: un ragazzino di appena 11 anni che si affacciava al mondo con una sessualità ancora da comprendere in pieno e una famiglia appena andata in frantumi. Mi sentivo impotente di fronte alle vicende della vita, e solo. Soprattutto solo.

Quello che Bowie ha rappresentato per me nella solitudine delle mie stanze provvisorie, mentre facevo la spola da una casa all’altra, era quella carezza e quel conforto. Era tutto rappresentato nella frase finale di Rock’n’Roll Suicide: You’re not Alone. Gimme Your Hands, ‘cos you’re wonderful.

E guardavo quell’immagine appesa alla parete con lui che si slanciava con le mani avanti. Verso di me, ne ero sicuro.

Quante volte l’ho cantata e ho pianto. Ma anche il conforto quando mi sussurrava: “la vita giace muta sui propri eroi/indossa la tua ferita con onore/rendi fiero qualcuno” e ancora “tutto ciò che devi fare è vincere”.

E sapevo, avevo la consapevolezza granitica, che in un’altra stanza in un altro luogo c’era un ragazzino come me. E un altro ancora. E un altro ancora. Tutti legati dallo stesso grido, dalla stessa musica, dalle stesse emozioni.

Sognai e rimasi incantato dai suoi personaggi, dalle sue maschere.

Credo di aver rovinato la cassetta di Low a forza di farla girare sul mio walkman, in quel periodo. Sedevo sulla spiaggia, in inverno, di una località dimenticata da Dio, e mandavo indietro e riascoltavo Always Crashing in the Same Car, Sound and Vision (drifting into my solitude …), e tutte le tracce strumentali. E poi la cassetta di “Heroes”. Possiamo essere eroi solo per un giorno. Altro che un giorno, David. Per sempre.

Sono stati momenti di profonda catarsi. Per me, e per molti di noi.

Tutti quelli che hanno avuto momenti di profonda tristezza, alienazione, solitudine avevano qualcuno a cui rivolgersi per conforto: le note della sua musica toccavano ciascuna corda delle proprie emozioni, ogni singolo nervo scoperto. Anche lui, come me e come noi, aveva vissuto quei momenti e li aveva trasformati in arte, sublimati, illuminati. Li aveva estinti in questo processo.

Non ha mai avuto paura di confrontarsi con i propri fantasmi, di cambiare costantemente per scoprire ogni aspetto della propria personalità. Come dovremmo, tutti.

E ha dato coraggio ed esempio a coloro che quella personalità l’avevano ancora confusa, sessualmente o meno. Lo fece negli anni ’70 e ha continuato a farlo fino alla fine. Chi sei oggi? Quale dei miei personaggi vuoi indossare oggi? Provalo e senti se fa per te.

Ha accompagnato la nostra vita e l’ha anche modificata. Mi basta pensare alla splendida avventura di Velvet Goldmine, quando quelle stanze si sono unite e hanno formato una comunità. Le tante amicizie fatte, le emozioni condivise, i raduni. Le persone insomma, che senza di lui non avremmo mai conosciuto. E che ancora ci sono, dopo tanti anni.

Ed eccoci qui oggi, a fare i conti con il fatto che abbiamo perso il nostro eroe.

Quell’eroe che ci ha insegnato come sia possibile rendere eroica anche la morte, affrontandola con ironia e coraggio. Una battaglia corpo a corpo con l’avversario più temibile, dalla quale entrambi sono usciti vincitori. Ha estinto l’ultimo fantasma, guardandolo dritto negli occhi e pronunciandone il nome a voce alta. Ha calpestato la terra consacrata. Lo ha urlato forte in mezzo alla gente. Questa battaglia si chiama Blackstar. Ovvero: rendere la morte di una bellezza struggente.

Ovunque saremo in futuro, sarà sempre lo stesso luogo in cui quel grido “you’re not alone” ci accompagnerà.

La sua voce, la sua grande musica, le canzoni, tutto di lui è rimasto.

In fondo, non ci ha veramente abbandonato. Nothing has changed.

Il nuovo Velvet Goldmine è stato un modo per sdebitarci e ringraziarlo. E per rinsaldare quel legame di spiriti affini che hanno condiviso questo splendido viaggio, e questo viaggio non si è concluso affatto. Ci accompagnerà fino alla fine.  O comunque fino a quando noi vorremo. Quelle stanze solitarie sono comunicanti, ora.

Siamo diventati degli eroi grazie a lui. Tutti noi, bambini persi come Major Tom, o adulti alla ricerca del proprio Uomo delle Stelle.

Non c’è regalo più grande.

Daniele Federici

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Leggi commenti

  • Ciao , Daniele. Ti ringrazio per avermi segnalato ìl sito e per avermi dato la possibilità di leggerti e, quindi,
    di conoscere e capire meglio sia te che David Bowie.
    Le tue parole mi hanno mi hanno fatto riflettere molto ed hanno aumentato l'affetto e la stima che ho per te.
    A presto
    Adriana

  • Ecco, svegliarsi un anno dopo e riprovare lo stesso dolore per una persona a cui non hai mai stretto la mano ma che è stata fondamentale nel tuo percorso di vita. Parole struggenti Daniele che io sento e condivido.
    Grazie di questo splendido ricordo
    Mina

  • il dolore diffuso per la scomparsa di David è dovuto anche alla consapevolezza inconscia che la libertà che lui si concedeva e ci concedeva se ne è andata con lui. E temo non tornerà.
    Mala tempora currunt

  • Anch'io sono avvolta dalla tristezza pensando che è passato un anno dalla Sua scomparsa, ma la musica i testi e la Sua voce iconfondibile mi stanno vicini come quando avevo 18 anni e mi rinchiudevo in bagno a fumare di nascosto dei miei genitori, ascoltando Starman o Space Oddity e pensando a quanto avrei voluto conoscere quel bellissimo cantante e dialogare con Lui, non L'ho conosciuto ma il Suo ricordo non viene scalfito dal tempo che passa, ciao David un giorno ci incontreremo!

  • Grazie Daniele, le tue parole sono profonde e sincere, lo si evince da come lo scrivi.
    Per me David è stato il pensiero felice, soprattutto in questi ultimi anni, dove l'essere adulti implica responsabilità, problemi, angosce, tunnel bui da affrontare. Lui era 'il pensiero' che prima di addormentarmi dava serenità, forza, leggerezza...
    La sua musica mi accompagnerà per tutto il resto della mia vita, come, d'altronde, ha fatto fin ora, ma non avere più la mia 'comfort zone' dove poter galleggiare nella mia lattina, mi pesa moltissimo

  • grazie Daniele delle belle parole e delle forti emozioni evocate!!! grazie a tutti voi di esserci e di mantenere questo sito in questo modo, così ricco di notizie, ogni volta che qui entro e vi leggo... mi sento a casa, accolta, sento di poter condividere la grande passione per quanto David ci ha dato, lasciato... un'eredità di grande spessore!!! La sua Musica, le sue Liriche, i suoi Personaggi hanno accompagnato la mia vita, le nostre vite.....una colonna sonora sempre originale, appassionata e incalzante!
    Oggi la sua Musica, Lui stesso sono presenti, almeno nella mia vita..., più di quando era tra noi!!! Il suo Amore per la vita, i suoi entusiasmi, le sue complessità riescono, oggi ancora di più a dare Ritmo alle mie giornate, Grazie DAVID!!!
    Un grande abbraccio a tutti, carla

  • Ciao Daniele, grazie per quello che hai scritto. Hai descritto perfettamente e profondamente tutto quello che noi, amanti di David, proviamo nel cuore e nella mente.
    Un abbraccio.
    Paola

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