Bowie 69 | Long Live Vinyl, luglio 2019

Bowie 69 | Long Live Vinyl, luglio 2019 10Cinquant’anni fa, tutto è cambiato per David Bowie. Passò dall’essere un cantante marginale a raggiungere finalmente il successo con Space Oddity. Dopo il fallimento del suo album di debutto due anni prima, come ha fatto Bowie a diventare l’Uomo delle Stelle? Mentre tre nuovi box di vinili esplorano questa sua trasformazione, John Earls parla con i musicisti dell’epoca e con l’ex fidanzata Hermione Farthingale.

BOWIE ’69

David Bowie aveva 22 anni quando Space Oddity fu pubblicato come singolo l’11 luglio 1969. All’epoca non era certo pronto per la pensione ma, avendo fondato a scuola la sua prima band, The Konrads, sette anni prima, aveva già collezionato un discreto numero di singoli senza successo, oltre al fallimento nel 1967 dell’album omonimo uscito per la Deram. Se quindi Bowie sarebbe stato in seguito elogiato giustamente per l’imprevedibilità camaleontica dei suoi album, in quel momento i suoi stili mutevoli davano l’impressione che non sapesse quale sound scegliere.

In una situazione analoga, artisti di rango inferiore avrebbero già chiuso bottega. Ciò che faceva andare avanti Bowie non era tanto il desiderio di essere famoso quanto la necessità di continuare ad essere un cantante. La sua ragazza all’epoca, Hermione Farthingale, sapeva cosa lo spingeva. “L’idea che David volesse diventare famoso è arrivata un po’ più tardi”, dice Hermione. “Quando il tuo ruolo è quello dell’artista, vivi solo quel momento. Sì, David voleva farsi conoscere, poter lavorare e che gli fosse chiesto di tornare e fare di più, ma solo perché così poteva fare le cose che voleva.”

Bowie 69 | Long Live Vinyl, luglio 2019 11Bowie non scrisse molte canzoni nel 1968, l’anno successivo all’uscita per la Deram, ma non era affatto inattivo. “Dopo il flop del suo LP, seguì un periodo in cui David non sapeva cosa fosse”, spiega la Farthingale. Il manager di Bowie, Ken Pitt, e il padre del cantante, John Jones, stavano cercando di capire cosa sarebbe successo in seguito. “Erano molto interessati al talento di David. Si chiedevano ‘Cosa ne sarà del nostro ragazzo?’” Nei mesi successivi, vennero prese in considerazione diverse idee: presentatore televisivo per bambini, attore (Bowie aveva fatto una apparizione di due secondi nel film di guerra The Virgin Soldiers), attore di cabaret … “David e Ken misero su uno spettacolo di cabaret insieme”, ricorda Hermione. “Tutto questo fu solo uno spreco di tempo.”

Bowie era un mimo quando incontrò Hermione, che si era formata come ballerina classica. A parte la musica, il mimo esercitava su di lui la più grande attrazione. “David amava il mimo e non poteva sopportare di abbandonarlo”, afferma Hermione. “Aveva provato per la prima volta cosa volesse dire essere immersi in un personaggio, con tanto di costume e trucco.”

Per qualcuno piuttosto ansioso e fragile – timido, se vogliamo – recitare un ruolo dà la possibilità di sentirsi più coraggiosi. David usò quell’escamotage per un lungo periodo, fino a quando non ebbe il coraggio di abbandonarlo ed essere se stesso. “Bowie si esibiva occasionalmente da solista come mimo, negli spettacoli londinesi alla Wigmore Hall e al Middle Earth, un ritrovo della contro-cultura. “Francamente, mi è sembrato piuttosto strano”, dice Hermione. “Per essere un mimo solista, dovevi essere famoso. Mentre David era solo un ragazzo che si esibiva come mimo, di solito per un pubblico rock che non se lo aspettava.” Raggiunse il punto più alto aprendo il concerto dei Tyrannosaurus Rex alla Royal Festival Hall di Londra, dove Bowie eseguì uno spettacolo di mimo intitolato Jetsun e l’aquila, sull’invasione cinese del Tibet. “Marc Bolan aveva detto a David: ‘Puoi aprire il nostro spettacolo, purché tu non canti,’” aggiunge Hermione ridendo. “David era così dolce e così impavido da affrontare questo argomento gigantesco, ma fu un fiasco completo. La sua era una esibizione politica e la gente non si aspettava niente del genere.”

BOWIE 69: DAVID IMPARA IL SUO MESTIERE

Oltre a questo insieme di attività non musicali, c’erano motivi pratici per cui Bowie non stava scrivendo molte nuove canzoni. “Il suo stile di vita era cambiato”, spiega Hermione Farthingale. “Non si trovava più a casa sua nella vecchia camera da letto dove da adolescente schitarrava fino alle prime ore del mattino. Quando abitava con Ken, faceva più o meno la stessa cosa. Forse la sua vita era diversa perché lui adesso stava con me.” Bowie e Hermione abitavano all’ultimo piano di una casa condivisa a Clareville Grove, che si trova nel ricchissimo quartiere di South Kensington, anche se la Farthingale sottolinea: “A quei tempi abitarci non costava una fortuna, il che andava bene perché eravamo proprio al verde”.

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Bowie si esibì una volta come mimo prima dei T. Rex ed eseguì la sua performance solista che rappresentava l’invasione cinese del Tibet

Hermione aveva ottenuto delle parti in film come Oh! What A Lovely War e Goodbye Mr. Chips, mentre Bowie faceva sessioni di registrazione con il suo nuovo amico Tony Visconti, che allora era il produttore interno per la Essex Music. “David suonava delle canzoni di continuo, le rifiniva, componeva dei frammenti, non delle canzoni complete”, dice Hermione Farthingale.

“Non ha mai interrotto la scrittura musicale – non ne sarebbe stato capace. Lavorava tutti i giorni. Non c’erano tempi morti per David in qualità di cantautore, andava avanti tutto il giorno.”

Un’altra figura importante per Bowie è stato il suo amico di lunga data, George Underwood, che aveva conosciuto il cantante a nove anni quando faceva parte del gruppo scout di Bromley. Era stato il chitarrista di Bowie col gruppo The Konrads e con l’altrettanto formativo gruppo The Hooker Brothers, prima di suonare la chitarra ritmica nel singolo di debutto di Bowie del 1964, Liza Jane, con la band Davie Jones With The King Bees. Underwood stesso è stato per breve tempo un cantante, partecipando con lo pseudonimo di Calvin James a Thank Your Lucky Stars con il suo singolo Some Things You Never Get Used To. Alla domanda se il suo successo abbia spronato Bowie, Underwood ride: “Sarebbe bello pensarla così! Probabilmente avrà digrignato i denti pensando: ‘Glielo farò vedere io a quel dannato di Underwood che posso fare meglio’. Se vedeva della musica in TV, David faceva sempre, ‘Maledizione, posso fare di meglio’.” Per Underwood, il salto di qualità dopo l’album Deram ha una semplice spiegazione. “David stava imparando il suo mestiere. Stava imparando come mettere insieme una canzone. Aveva fatto alcune canzoni mediocri e probabilmente sapeva benissimo che lo erano. Ma David era qualcuno che pensava: ‘Voglio farlo bene’. C’erano momenti in cui faceva, ‘Oh!’ e ‘Ah, giusto! Se faccio questo, allora succede quello!’ Si esercitava con un tale impegno che il suo processo di apprendimento si impennò improvvisamente”.

“David sapeva che, a quel tempo, non era un musicista dal virtuosismo impeccabile”

BOWIE 69: TEATRO FISICO

Per quanto faticasse, Bowie amava lavorare con amici che condividevano il suo spirito artistico. Underwood divenne un artista di successo, curando il layout delle copertine per Hunky Dory e The Rise And Fall Of Ziggy Stardust and The Spiders From Mars. Ottenne la sua prima grande occasione nel 1968, quando Bowie propose Underwood a Marc Bolan per disegnare la copertina per l’album di debutto dei Tyrannosaurus Rex My People Were Fair And Had Sky In Their Hair … But Now They’re Content To Wear Stars On Their Brows. Underwood ricorda: “David mi chiamò e mi disse: ‘Questo mio amico ha fatto un disco. Vieni a farci due chiacchiere’. Allora ci siamo seduti a tavolino e abbiamo cercato di capire cosa volesse Marc. Cercare di entrare nella psiche di Marc non è stato facile. Non avevo un’idea chiara, così ho semplicemente fatto di testa mia e a quanto pare ha funzionato.”

Alla fine, nel settembre del 1968, Bowie ebbe un’idea che unì tutti i suoi interessi nelle arti. Lui e Hermione formarono i Feathers, un trio multimediale, insieme al chitarrista John ‘Hutch’ Hutchinson. Originario di Scarborough, Hutch è stato il primo importante musicista dello Yorkshire nella vita di Bowie, come precursore degli Spiders From Mars, nativi di Hull (anche il padre di Bowie, nato a Doncaster, era uno dello Yorkshire).

Dopo il successo da solista in Svezia come cantante folk, tornato in Inghilterra Hutch si unì al gruppo David Bowie and The Buzz nel 1966. “Alcuni dei miei ricordi preferiti di David sono legati ai concerti al Marquee con The Buzz”, dice Hutch. “Direi che le molteplici fasi iniziali di David sono state importanti.” Hutch venne incluso nei Feathers per migliorare la loro musicalità. “Abbiamo preso Hutch con noi perché era un musicista forte”, spiega Hermione Farthingale. “David sapeva che, a quel tempo, non era un musicista dal virtuosismo impeccabile.”

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I Feathers composti da Bowie, la sua fidanzata Hermione Farthingale e il chitarrista John ‘Hutch’ Hutchinson

I Feathers erano molto più di una band musicale. “C’era una infinità di binari diversi che potevamo percorrere e la straordinaria mente di David si era messa alacremente al lavoro”, dice Hermione. “Poi ci disse, ‘Proviamo questo spettacolo multimediale’. Il lavoro non arrivava, quindi David pensò: “Creiamo noi il lavoro”. I Feathers facevano quello che ora si chiamerebbe teatro fisico. Al giorno d’oggi, ne vedi a bizzeffe all’Edinburgh Fringe (Festival mondiale delle arti N.d.T.), ma a quei tempi non era affatto qualcosa di comune. Non esisteva nemmeno l’espressione ‘teatro fisico’ allora. David faceva la parte del mimo, io ero una ballerina classica e noi due insieme raccontavamo una storia attraverso il movimento. Dall’esperienza con Lindsay Kemp, David aveva acquisito un buon controllo fisico e sufficiente flessibilità per muovere il corpo come un ballerino. Era incredibilmente bravo, perché era un artista senza paura che si buttava in qualcosa completamente”.

Il mix di musica, danza, mimo e poesia dei Feathers trovò un appoggio nell’Arts Lab, lo spazio per le esibizioni a Covent Garden inaugurato nel 1967, dove Bowie si esibiva regolarmente.

“Era un posto dove si poteva sperimentare”, ricorda Hermione. “David voleva vedere come fosse cantare una canzone, poi passare ad una poesia, poi fare del mimo … tutti questi diversi modi di recitare la stessa cosa e vedere cosa succedeva all’energia nel pubblico. Non era David Bowie e il suo gruppo di supporto, dato che non cantavamo le sue canzoni o quasi. Le canzoni che abbiamo realmente fatto sono state scelte a caso, la prima cosa che capitava e che ci piaceva”. Il loro programma comprendeva cover di Amsterdam e My Death di Jacques Brel, Life Is A Circus dei Djinn (un gruppo folk americano N.d.T.) e Love Song dell’amica di Bowie Lesley Duncan. “David cantava le canzoni di Brel, con Hutch e me come coro d’angeli”, ricorda Hermione. “Life Is A Circus era adorabile; tre parti uguali di cantato senza un cantante solista.” Nonostante fosse una ballerina, Hermione Farthingale iniziò anche a fare la musicista. “David era molto positivo e incoraggiante”, afferma entusiasta. “Non era qualcuno che ti bloccava, era una persona che ti spronava ad avere fiducia, quindi mi ha fatto trovare il coraggio di cantare.” Uno dei fan che hanno visto i Feathers è stato Bob Harris, il presentatore di Old Grey Whistle Test, che nel documentario David Bowie: The Man Who Changed The World ha raccontato: “La prima volta che ho visto David è stato con i Feathers. Non era tanto impegnato a fare il cantante solista, quanto a fare il mimo, dando espressione alla musica. Ho pensato davvero che fosse magnetico.” Un inaspettato bonus arrivò da The Times nel dicembre 1968, che elogiò “la classe alquanto elevata della cifra stilistica della poesia e del mimo dei Feathers” pubblicando anche una grande foto del gruppo.

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Hermione Farthingale ha descritto memorabilmente Feathers come “un trio di persone bionde e dai capelli rossi che fanno roba folk”

Ma i Feathers non fecero tesoro di tanta attenzione, non ultimo perché il manager di Bowie, Ken Pitt, era stato contrario al gruppo fin dall’inizio. “Ken odiava che David lavorasse con Hutch e me”, dice Hermione. “La sua opinione in proposito era ‘Quanto tempo sprecato’. Noi eravamo un trio di persone bionde e dai capelli rossi che facevano roba folk, mentre lui voleva continuare a rendere famoso il suo pupillo. Hutch ed io eravamo irritanti per Ken. Pubblicità come quella ottenuta da The Times non sarebbe mai stata capitalizzata, perché non era qualcosa che Ken voleva promuovere”.

Il trio si esibisce nel film Love You Till Tuesday, realizzato per promuovere l’album Deram in Germania, dove ebbe un discreto successo. Pitt era contro questa loro apparizione ma, dice Hermione: “David iniziava ad avere dei contrasti con Ken. Per la prima volta lo affrontò e gli disse, ‘Faccio questo soltanto con Hutch e Hermione’.” Si esibiscono nei brani Sell Me A Coat e Love You Till Tuesday, oltre a Ching-A-Ling – una delle nuove canzoni che Bowie ha effettivamente scritto nel 1968.

“Una canzone terribile”, dice Hermione ridendo. “Per colpa di Ching-A-Ling mi hanno accusata di sentirmi troppo ‘di classe’ per cantare, ma è difficile cantare quella canzone senza sembrare Mary Poppins!” Inoltre si rammarica della loro immagine troppo curata nel film, dicendo: “Sembriamo dei presentatori televisivi per bambini, coloratissimi e pulitissimi e David con quello stupido completo blu. Non era nemmeno lontanamente simile al look dei Feathers o a come ci presentavamo.” Anche se in bianco e nero, le foto dei concerti scattate dall’amico di Bowie Ray Stevenson mostrano più chiaramente l’aspetto dei Feathers durante le loro esibizioni. “Indossiamo dei costumi come quelli che vedresti nella danza contemporanea”, dice la Farthingale. “Non sono proprio dei vestiti, ma piuttosto dei body scuri che lasciano intravedere le qualità scultoree del corpo. Era qualcosa di voluto, eravamo dei corpi, come si vedono nella danza.”

“David era molto positivo. Non era qualcuno che ti bloccava, era una persona che ti spronava ad avere fiducia”

C’È UN JOEY CHE ASPETTA NEL CIELO …

E’ un alieno uno dei protagonisti dell’opera d’arte di George Underwood ‘The Depth Of A Circle’ che compare sul retro della copertina dell’album di debutto di David Bowie. Nella parte inferiore del dipinto, la figura maschile e calva è sufficientemente umana da poter indossare delle mutande e tenere le braccia conserte mentre con un sorriso benevolo se ne sta lì in piedi. Il suo velivolo alieno sembra volare via sullo sfondo.

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“The Depth Of A Circle” di George Underwood, retro dell’album David Bowie

“È l’Uomo delle Stelle”, dice Underwood. Il collegamento con il classico singolo di Ziggy Stardust And The Spiders From Mars non è stato esplicitato in precedenza, ma l’artista e Bowie erano entrambi ossessionati dal personaggio di Starman fin da bambini. Ha persino un nome: Joey. E si scopre che la cucina di Underwood a Bromley potrebbe essere all’origine di uno dei classici di Bowie.

Underwood continua il racconto: “Quando David veniva a trovarmi a casa e mia mamma stava cucinando, le finestre si coprivano di vapore. Allora nel vapore sulla finestra disegnavo questo piccolo ragazzo alieno, che avevamo battezzato Joey. Ci raccontavamo delle storie su Joey, molto infantili. Joey aveva un’antenna sopra il casco e un lungo naso da cui partiva un arco.”

Quando si trattò di disegnare ‘The Depth Of A Circle’ per la copertina dell’album, Bowie chiese che Joey comparisse di nuovo. Come racconta affettuosamente Underwood: “A David piaceva davvero Joey. Quando abbiamo realizzato ‘The Depth Of A Circle’, David mi suggerì “Che ne dici del piccolo alieno che eri solito disegnare?”. Ecco, quello era il piccolo Starman. Sono sicuro che sto facendo due più due uguale cinque. Non so se la canzone Starman abbia realmente tratto ispirazione da questo, ma è un po’ così che l’ho vista io. Ogni volta che vedo quell’uomo delle stelle e come l’ho creato, penso sempre a Joey, l’alieno sulla finestra della cucina.”

BOWIE 69: SONG OF NORWAY

Stevenson conosceva Bowie da quando aveva fotografato il suo spettacolo di mimo al Middle Earth. Gli era piaciuto documentare quel periodo, e dice: “David era molto cooperativo quando si trattava di fotografarlo. Faceva battute su di me tra una canzone e l’altra durante gli spettacoli. Abbiamo fatto una sessione a Clareville Grove, che voleva somigliasse alla copertina di With The Beatles: maglioni neri su sfondo nero. Erano foto ben definite e lui è in gran forma, sono le mie preferite tra quelle che ho scattato a David.”

I Feathers fecero alcune sessioni di registrazione con Tony Visconti. Nonostante le riserve di Hermione Farthingale, Visconti considerava Ching-A-Ling un potenziale singolo. “Visconti non sembrava volermi lì”, ricorda Hutch. “Non ho mai saputo perché. Sapevo suonare la chitarra, sapevo cantare e la mia gavetta l’avevo fatta, ottenendo un discreto successo in Svezia. Credevo in me stesso, quindi qual era il suo problema? Evidentemente, non possiamo andare d’accordo con tutti, o no?” Hermione Farthingale crede che la tensione fosse dovuta ad uno scontro di personalità. “E’ andato tutto un po’ storto, forse perché Hutch era un tranquillo uomo dello Yorkshire e Tony era un americano di Brooklyn”, riflette. “Non erano in sintonia, ma Tony mi adorava e ciò era reciproco.”

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Il 1969 vide la notevole crescita di Bowie come cantautore, avvicinandolo così a quella fama che fino ad allora gli era sfuggita

L’esperienza dei Feathers si concluse nel dicembre del 1968 quando a Hermione Farthingale venne offerto un ruolo nel musical Song Of Norway, una mega-produzione MGM le cui riprese hanno obbligato Hermione ad allontanarsi per sette mesi. Anche la sua relazione con Bowie era finita. “E ‘stato terribile, straziante”, dice la Farthingale. “Il motivo principale per cui ho accettato il lavoro è stato che la mia carriera non aveva ancora avuto inizio. Il mondo della musica rock mi è sembrato strano. Se sei una ballerina, lavori duro ogni giorno, facendo lezioni, prove e spettacoli. Sono stata una ballerina freelance per un anno per stare con David, e non essermi potuta occupare della mia carriera ha fatto sì che anche il resto si disgregasse. Anche quando ho finito Song Of Norway, volevo entrare in una compagnia di danza e andarmene in tour, e non riuscivo a vedere come questa relazione avrebbe potuto continuare. Quando hai 19 anni, fai queste cose spontaneamente, poi hai un sacco di anni per capire perché le hai fatte.” I soldi guadagnati con Song Of Norway corrispondevano in effetti a tre anni di salario.

Dopo l’addio di Hermione, Bowie e Hutch iniziarono a produrre un turbinio di demo, oggi raccolte nei nuovi cofanetti Spying Through A Keyhole, Clareville Grove e The ‘Mercury’ Demos. Per la prima volta delle canzoni inedite di Bowie vengono ufficialmente rese disponibili dopo anni di bootleg, dando così ai fan la possibilità di ascoltare canzoni come Lover To The Dawn, Goodbye 3d Joe e Angel Angel Grubby Face, che Bowie aveva scritto e continuato a rifinire e perfezionare dopo l’insuccesso dell’album per la Deram.

“È fantastico poter ascoltare di nuovo questi vecchi brani”, dice Hutch. “È fantastico che la Parlophone li abbia fatti uscire – per me è stata una vera sorpresa!” Ricordando i loro metodi di lavoro, Hutch aggiunge: “Dopo che Hermione è partita per la Norvegia, David e io abbiamo iniziato a registrare questi demo. Di giorno lavoravo a nord di Londra, quindi facevamo le prove e registravamo a Clareville Grove la sera. Durante le pause, andavamo in un ristorante indiano, tornavamo e ci dividevamo un piatto di verdure al curry.”

Il pezzo forte dei cofanetti è The ‘Mercury’ Demos, una demo di 10 brani per il boss della Mercury Records, Bob Reno. Nell’album si possono sentire anche Bowie e Hutch che parlano tra una canzone e l’altra. “David aveva preso in prestito un registratore a bobina Revox e un microfono,” afferma Hutch. “Abbiamo messo il Revox e il microfono sul cassettone, ci siamo seduti sul letto e abbiamo suonato le canzoni una sola volta”.

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The Mercury Demos

I box consentono agli ascoltatori anche di seguire i progressi di un’altra canzone che Bowie scrisse nel 1968: Space Oddity. Hermione Farthingale ricorda come la canzone prese forma quando Marc Bolan regalò a Bowie uno Stylophone. “Quando David iniziò a trafficare con lo Stylophone, divenne ‘Ground Control to Major Tom’ perché il suono faceva pensare ad un viaggio nello spazio”, dice la Farthingale, che possiede ancora un acetato delle registrazioni originali di The ‘Mercury’ Demos. “La maggior parte delle persone che ha ascoltato Space Oddity per la prima volta, inclusa me, ha semplicemente esclamato, ‘Wow!’ E’ stato come un brivido lungo la schiena.” Le demo dimostrano che Space Oddity è stata concepita come un duetto, con Hutch che canta la parte di Ground Control. Il chitarrista è uno dei pochi inizialmente insicuri dei meriti della canzone. “Ero d’accordo per il titolo – era una vera stranezza” ammette Hutch. “Ma molte delle canzoni di David erano insolite per forma e contenuto, quindi non era certo una novità”.

Quando a giugno la Mercury offrì a Bowie un contratto per un album, anche Hutch se ne era andato, trasferitosi a Scarborough con la moglie e il figlio. “Non succedeva niente di speciale”, afferma Hutch, che si è poi fatto una carriera di successo nel settore petrolifero.” Inoltre, non mi sono mai abituato a vivere a Londra.” Gli sarebbe piaciuto se Space Oddity fosse rimasta un duetto? “David l’ha fatta da solista e la casa discografica ne era felice. Così nessuno ha avuto bisogno di andare a cercare il suo Garfunkel perso nello Yorkshire! È impossibile dire ‘Cosa ne sarebbe stato se…’ avessimo firmato un contratto discografico insieme, quindi non ci provo nemmeno.”

MEMORIA DI UN ALLUNAGGIO

Sebbene il rifiuto della BBC di trasmettere Space Oddity prima dell’allunaggio dell’equipaggio di Neil Armstrong avesse stroncato le sue possibilità di essere un successo, David Bowie era rimasto affascinato dal vedere lo sbarco sulla luna nel luglio 1969. Oppure no?

Bowie 69 | Long Live Vinyl, luglio 2019 18Ray Stevenson ammette che la posizione esatta dove Bowie si trovava quando vide lo sbarco sulla luna è diventata “vagamente controversa”. All’epoca, Bowie viveva a Foxgrove Road, a Beckenham, con la giornalista Mary Finnigan. La sua padrona di casa presto diventò la sua fidanzata. Bowie e la Finnigan organizzavano feste al Three Tuns, il pub della zona, chiamate ‘Arts Lab’ dal nome del locale dove era solito provare, ovvero il Drury Lane Arts Lab.

“David invitò tutti a Foxgrove Road per guardare lo sbarco sulla luna”, ricorda Stevenson. “C’era un sacco di gente, e rimanemmo alzati tutta la notte per guardarlo. Ma, anni dopo, Mary disse che lui non c’era. Misi in dubbio tale affermazione, perché ero così sicuro nella mia memoria che lui ci fosse. Chiamai una ragazza che con certezza era presente. Senza influenzarla, le chiesi “Chi c’era la notte dell’allunaggio?” Mi elencò i nomi e David era uno di loro. Ebbi la conferma che avevo ragione io.”

Quindi: com’è stato vedere l’uomo camminare sulla luna per la prima volta nella storia, con David Bowie, a casa sua? “Trovai il tutto piuttosto noioso, davvero”, è la risposta un tantino inaspettata. “Lo spazio non mi ha mai interessato quanto a David. E’ stata una bella serata, ma è stata come un Arts Lab senza la musica.”

BOWIE 69: DAVE, QUESTO E’ UN SUCCESSO!

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David Bowie Album Cover

L’album – chiamato David Bowie come quello per la Deram di due anni prima, perché i collezionisti di dischi amano tale confusione – venne prodotto da Visconti e Gus Dudgeon. George Underwood era un visitatore abituale dello studio. “È un album adorabile”, afferma l’artista. “Quando David finì di cantare Memory Of A Free Festival, scoppiò a piangere, tanta era stata l’emozione che aveva messo nella voce.” Bowie lavorava in studio il più rapidamente possibile, facendo diventare questo il suo marchio di fabbrica.

Nel corso della sua carriera, Bowie divenne famoso per fare solo due o tre prove vocali di ogni canzone. “L’immaginazione di David spaziava ovunque”, dice Underwood. “Quando eravamo bambini, un minuto David si interessava al football americano, il minuto dopo erano i fumetti. Non era del tutto concentrato e attento, e non lo è mai stato. Se in studio qualcosa iniziava ad andare per le lunghe, la sua attenzione diminuiva. Se le cose procedevano, gli piaceva stare in studio. Allora era fantastico e riusciva a creare cose sul momento. Quando scriveva i testi, a volte non sapeva come sarebbe finita una canzone. Poteva anche farne qualcosa di strano.”

Ray Stevenson è stato uno dei primi a sentire la versione in studio di Space Oddity, su un acetato che ascoltava con Bowie e Visconti. “Non avevo mai sentito nulla di simile da David,” dice il fotografo entusiasta. “Gli ho detto, ‘Dave, questo è un successo! È fantastico!” Tony era impassibile. Non so se perché non era lui il produttore, o perché a quel tempo non approvava la canzone perché, come ha sempre detto da allora, era un ‘una tantum’: non c’era niente di simile nell’album da metterci dopo.”

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Dopo i Feathers, Bowie e John ‘Hutch’ Hutchinson dettero il via ad un turbinio di registrazioni demo

Letter To Hermione e An Occasional Dream facevano esplicitamente riferimento alla rottura tra Bowie e Hermione Farthingale. “Ero stata via per un anno”, dice la Farthingale. “Ormai David stava con Angie. Ho ascoltato l’album a febbraio e lui ha sposato Angie il 20 marzo. Letter to Hermione non era una vera lettera o una canzone che richiedesse una risposta. È una canzone straziante, splendidamente costruita, anche se per me perde un po’ di intensità col verso che contiene ‘Ti tratta bene’. Non è realistico, perché David non sapeva cosa stesse succedendo nella mia vita. Ormai si era calato così bene nel suo ruolo da cantautore da non poter fare a meno di trasformarla in una ballata country del tipo “Mi hai spezzato il cuore, chi è quest’altro uomo?” Ho sentito tutta l’artificiosità espressiva in quel verso. Ma era proprio una canzone straziante, che tocca l’essenza di cosa significhi rompere con qualcuno che si ama davvero.”

An Occasional Dream era ancora più personale, come dice la Farthingale: “Non c’è una sola parola del testo che io non comprenda. Non ho intenzione di svelare quali riferimenti contenga, ma ce ne sono alcuni che nessun altro riuscirà a cogliere. La cosa straordinaria di David sono i suoi testi – non sono sicura che gli sia stato riconosciuto il giusto merito per la genialità della sua poesia: ‘Nella mia follia, vedo il tuo volto nel mio.’ Beh, sono io che ho visto il mio volto nel suo. Eravamo molto simili. Come ha detto in un’intervista, ci somigliavamo e la pensavamo allo stesso modo. Era una relazione che mancava di polarità. Eravamo la stessa cosa.” Dell’album in generale, Hermione dice: “È un po’ più sciolto dell’album per la Deram. David aveva smesso di essere un narratore di quel tipo. Ci sono dei soggetti, come in Wild Eyed Boy From Freecloud, ma non si tratta di racconti dall’inizio alla fine, come per Uncle Arthur.”

Il retro della copertina dell’album è un dipinto di Underwood, ‘The Depth Of The Circle’, basato su un disegno che Bowie gli ha fornito con le illustrazioni relative a ciascuna delle nove canzoni.

“Si è trattato di migliorare degli scarabocchi”, afferma Underwood. “Space Oddity è basato sulla statua degli americani che reggono la bandiera a Iwo Jima. David disse: ‘Invece degli americani, mettiamoci due astronauti che reggono una rosa.’ C’è un Pierrot bianco che poi è anche finito nel video di Ashes To Ashes.” Cosa ne è stato del disegno originale di Bowie? “Ho tenuto quel pezzo di carta per anni”, ride Underwood.

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Clarville Grove Demos

“Ho pensato di metterlo su eBay, ma David mi disse: ‘Non ti azzardare!’, Così gliel’ho restituito.”

Space Oddity uscì tre settimane prima del primo sbarco sulla Luna. La possibilità di sfruttare l’Apollo 11 svanì quando la BBC rifiutò di trasmettere la canzone prima che Neil Armstrong camminasse sulla luna, ritenendo che ciò sarebbe stato di cattivo gusto se l’equipaggio fosse perito. Una volta che l’umanità ebbe compiuto il suo grande salto, Space Oddity raggiunse la quinta posizione. “Non c’erano stati segni precisi che David sarebbe stato straordinario”, afferma Underwood. “Ma la sua determinazione era incrollabile. Era deciso a sfondare, in un modo o nell’altro e certamente così è stato, no?”

Le demo di Spying Through A Keyhole e Clareville Grove sono ora disponibili. Il cofanetto The ‘Mercury’ Demos uscirà il 28 giugno. La mostra Imaginary People di George Underwood è ospitata dalla Fosse Gallery, a Stow-On-The-Wold ed il libro di memorie Bowie And Hutch di John ‘Hutch’ Hutchinson è anch’esso disponibile.

“Non sono sicura che a David sia stato riconosciuto il giusto merito per la genialità della sua poesia”

John Earls

IL BATTERISTA JOHN CAMBRIDGE E LA SUA PARTECIPAZIONE ALL’ALBUM DAVID BOWIE

“Facevo parte della band Junior’s Eyes. Mick Wayne, il nostro chitarrista, aveva suonato in Space Oddity. Tony Visconti suggerì che, anziché chiamare musicisti diversi per ogni sessione, fosse meglio usare la band di Mick. Ciò rese tutto molto più facile, perché eravamo già affiatati. Le sessioni furono fantastiche, davvero rilassate. Non ci sono mai state discussioni.

David si sedeva su uno sgabello alto e senza schienale con la sua chitarra a 12 corde e diceva, ‘Bene, ho intenzione di fare questa canzone’. La suonava e via, poi ‘OK, la rifaccio’ e poi diceva ‘Bene, la proviamo?’ In realtà non avevamo sentito le canzoni. E tutto era pronto alla seconda o terza prova: mai, proprio mai più di tre prove. David cantava e suonava con noi, ma non al microfono, quindi è stato come suonare dal vivo in studio. Sovraincideva la sua voce in un secondo momento, ma anche in questo caso lo faceva per lo più una sola volta.

Mi concentravo solamente su quando iniziare a suonare la batteria e quando smettere. Adesso so di cosa trattano le canzoni, ma a quell’epoca David avrebbe anche potuto cantare ‘Mele e banane, un tanto al chilo’. Adoro Janine, dato che le canzoni melodiche mi sono sempre piaciute. Una volta sono tornato a casa con David e lui mi ha detto: “Penso che i Marmalade faranno una cover di Janine!” Era così contento che una band di successo pensasse di fare una delle sue canzoni.

Andavo d’accordo con David, perché aveva un eccezionale senso dell’umorismo. Eravamo al pub e ho messo Space Oddity al jukebox: tre volte per uno scellino. La prima volta che la ascoltammo era davvero eccitato, ma alla terza se ne rese conto e mi disse: ‘Oh, John!’ E io gli dissi: ‘Dai che ti piace!’ Ed era vero.”

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