Possiamo affermare che le aspettative non sono state deluse, anzi non è azzardato definire il libro già un classico assoluto per lo spessore narrativo che si lega all’incredibile resa grafica. E’ un nuovo apice per l’artista statunitense, che riesce a coronare la sua più grande aspirazione professionale.
Allred sa che l’incipit dovrà essere glorioso e intensamente riflessivo: è così che sceglie l’ultimo concerto di Ziggy Stardust. Da questo momento-evento, un attimo prima di proclamare la fine del suo personaggio, la narrazione procede a ritroso attraverso gli occhi “non corrispondenti” di Bowie che, in un solo battito, quasi a rivedere la propria vita prima di morire, torna a essere David Jones, il giovane che sognava di fare della sua esistenza un’opera d’arte dirompente. L’intreccio si sviluppa così in un unico flashback, passando davanti agli occhi negli ultimi istanti di vita che Bowie concede al suo alter ego, una consapevolezza della necessità di morte per arrivare a una nuova vita (o più correttamente, a nuove vite).
Ogni passaggio cruciale nella vita e nelle scelte di David è riportato con dovizia di particolari, come se fosse un unire i puntini per giungere solo alla fine al disegno originale: troviamo quindi lo squillo casuale del telefono in Life on Mars?, la nascita e l’evoluzione del rapporto professionale e di amicizia con Mick “Ronno” Ronson, più di un “prettiest sideman”, e di quelli che sembrano essere semplici cameo gustosi di altre star, come Elton John, Alice Cooper e ovviamente Lou Reed, la “Queen Bitch”, ma che in realtà rientrano nell’alchimia di un mito.
Allred è abile a lavorare quindi sia nelle pieghe meno evidenti, che nelle esuberanze, come nelle strepitose costruzioni della tavola, con soluzioni ardite e spettacolari, ma mai superflue, mantenendo uno storytelling esemplare, che rende la narrazione fluida e incredibilmente equilibrata. Anche nei passaggi più onirici, quello della creazione di Ziggy Stardust, rappresentato genialmente con un parallelo messianico-artistico, oppure nella fedele riproduzione di ogni vestito di scena di Bowie, una passerella di stili e colori.
Un’opera quindi che va oltre il tributo, va oltre la ricostruzione didascalica di eventi e protagonisti, e sa donare, nella forma del fumetto, la più congeniale come afferma anche Neil Gaiman nell’introduzione, un’esperienza rara e completa.
Almeno fino a quando Allred e Horton non decideranno di raccontare anche cos’è successo dopo la fine di Ziggy Stardust, come si potrebbe già ammirare nelle incantevoli ultime tavole, dei collage a tutta pagina fitti di ogni evento e incarnazione della vita e dell’arte di Mr. David Jones di Bromley, colui che sarà sempre “l’uomo delle stelle”.
Questo è David Bowie.
“Bowie.Stardust, Rayguns, & Moonage Daydreams” è stato pubblicato negli Stati Uniti il 10 gennaio 2020 dalla casa editrice Insight Editions. La traduzione italiana esce quasi in contemporanea con l’edizione inglese per la Panini Comics, in un esclusivo case in pvc che la destinerà a diventare un imperdibile volume da collezione, e si differenzia dalla versione inglese per le pagine leggermente più strette. Completano la graphic novel di Allred e Horton la prefazione di Neil Gaiman e la postfazione dello stesso Mike Allred.
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